Sci di Fondo
Alle origini degli sport invernali
Alle origini degli sport invernali
A soli 55 km dal capoluogo piemontese, Balme (m. 1432) è il più alto comune delle valli di Lanzo, ultimo della valle di Ala di Stura. Culla dell’alpinismo piemontese, storico luogo di villeggiatura del secolo scorso, meta oggi di alpinisti esperti come di semplici escursionisti amanti della montagna incontaminata e dei paesaggi maestosi e silenziosi, Balme offre ai suoi visitatori un comprensorio di sci nordico di circa venti chilometri di piste (a meno di eccezionali condizioni di innevamento che permettono ulteriori allungamenti), da 1400 a 1900 metri di quota, con ogni livello di difficoltà.
Su queste nevi nel dicembre 1896, i pionieri di questo sport, Adolfo Kind, ingegnere svizzero residente a Torino, e Luciano Roiti, tenente d’Artiglieria da Montagna, utilizzarono per la prima volta gli “ski” salendo al Pian della Mussa. Così scriveva sulle pagine dell’”Esercito Italiano” del 12 marzo 1897 Luciano Roiti: “Andando da Balme, nelle valli di Lanzo al Piano della Mussa, con due miei amici, l’ingegner Kind e suo figlio, ebbi a provare per la prima volta l’utilità somma di questi pattini. La neve era ricoperta di una crosta gelata, incapace assolutamente di reggere un uomo a piedi; eppure noi, quantunque poco pratici nel servirci degli ski, potemmo percorre il tragitto in meno di un’ora, lasciando appena traccia del nostro passaggio.” Adolfo Kind fu il vero pioniere dello sci in Italia; appassionato alpinista, si fece mandare dal suo paese alcune paia di “ski”, li provò sulle pendici della collina torinese e quindi affrontò le prime uscite in montagna, nelle vicine valli di Lanzo, di Susa e del Sangone.
In quei tempi a Balme, in assenza di impianti di risalita, più che la discesa venivano praticati il fondo e lo sci-alpinismo, mentre nel periodo tra le due guerre mondiali vennero disputati numerosi e prestigiosi trofei di alta quota detti “di gran fondo”. Grande diffusione avevano in quegli anni alcuni sport della neve oggi ridotti alla sola dimensione competitiva come il bob, lo slittino e il salto. A Balme la pista da bob era la stessa via principale del capoluogo, che veniva sgomberata dalla neve soltanto per metà, allo scopo di permettere il traffico delle slitte, mentre nei pressi del paese sorgevano due trampolini, di cui è ancora possibile vedere i resti.
Le piste di Balme sono gestite dall’Associazione La Piutà in collaborazione con il Comune di Balme, che ha regolamentato con apposita ordinanza l’accesso al Pian della Mussa durante la stagione invernale.
La pista di fondo per il Pian della Mussa (Pista Roìti) inizia dopo le ultime case del capoluogo e segue il tracciato della strada provinciale (chiusa durante la stagione invernale), mentre coloro che salgono a piedi, con gli sci da sci alpinismo o con racchette da neve devono utilizzare la pista appositamente tracciata che sale sul versante destro orografico della valle (Pista Kind).
Una volta affrontata e terminata la salita che porta da Balme al Pian della Mussa (Pista Roìti), i vari tracciati, tutti concatenati e percorribili singolarmente, si snodano sul rinomato pianoro in un ambiente di alta montagna dominato dall’imponente Uja di Ciamarella e dalla Bessanese. Tutte le piste sono approntate per la doppia tecnica: passo alternato e skating.
Pista Pian della Mussa – (2,7 km)
Pista che collega Balme al Pian della Mussa lungo il percorso della strada provinciale, transitabile alle auto dal 1° maggio al 31 ottobre. Percorso a doppio senso di circolazione che pertanto richiede disciplina ai frequentatori: mantenere la destra nel senso di marcia ed essere in assoluto controllo della propria velocità in fase di discesa. Salita lunga ma non particolarmente impegnativa che tuttavia in discesa in alcuni rettilinei richiede prudenza a secondo delle condizioni della neve.
Pista Rocca Tovo – 2 km (blu)
Anello pianeggiante che si sviluppa all’inizio del Pian della Mussa al riparo del vento.
Pista Ghiaires – 4km (blu)
Anello pianeggiante che percorre in lungo il Pian della Mussa dapprima attraversando boschi di larici e successivamente seguendo il letto della Stura per il rientro.
Pista variante Ghiaires – 2 km (rossa)
Variante che inizia poco prima della metà della pista Ghiaires e propone salite alternate a discese più impegnative. Si toccano dapprima due alpeggi attraversando boschi di larici e quindi si scende per poi risalire in diagonale sotto le bastionate dei Pian dei Morti caratterizzate da imponenti cascate di ghiaccio. Raggiunto l’ultimo alpeggio, Rocca Venoni, si rientra per una lunga discesa fino a ricongiungersi con la pista precedente poco oltre a dove si era partiti. La discesa è filante con curve ad ampio raggio per cui in caso di neve dura si presenta veloce.
Pista Valanga Nera – 2 km (rossa)
Anello che si dirama a metà circa della pista Ghiaires e propone una salita di un chilometro e successiva discesa di pari lunghezza. Di norma si sale nel vallone ai piedi del Rifugio Città di Ciriè per raggiungere il ponte di Rocca Venoni; in caso di innevamento abbondante si riesce a prolungare la pista risalendo maggiormente il vallone. La discesa è filante con curve ad ampio raggio per cui in caso di neve dura si presenta veloce.
Tutto il comprensorio viene battuto il venerdì notte per il sabato e il sabato notte per la domenica, durante le festività viene battuto tutte le notti. Eventuali battiture infrasettimanali possono essere concordate in base a necessità specifiche. Per qualsiasi informazione relativa a condizioni neve piuttosto che percorribilità piste potete contattarci.